You only live once: dal post-pandemia è diventato questo il motto delle nuove generazioni. Ben lontani dal progettare un futuro, i giovani hanno invertito la tendenza: vivere pienamente il presente, in tutte le sue implicazioni, per dare un senso reale alla propria vita, senza preoccuparsi troppo del domani.
Una tendenza che ben presto ha iniziato a profilare anche un nuovo tipo di economia. Si parla per questo di Yolo Economy: un’economia che rimette in discussione denaro e capitali immobiliari, posti di lavoro e molto altro.
Yolo Economy: i principi
No al posto fisso e alla casa di proprietà: chi vive una volta sola non tema la precarietà, anzi, la considera un valore. Il lavoro dipendente lascia spazio a quello autonomo, anche se i guadagni sono meno sicuri. Si lavora da remoto, spesso in viaggio, seguendo – quando possibile – la via del nomadismo digitale.
Come emerge anche dalla ricerca commissionata ad IPSOS dal Myllennium Award, la precarietà è una realtà con cui le giovani generazioni sanno di dover fare i conti. Eppure, la risposta è più serena di quello che potrebbe sembrare: la precarietà si accetta e ci si adatta, capaci di fare fronte ai fantasmi di questo tempo.
Una vita più leggera, lontana dagli uffici e dalle scadenze obbligate, implica anche una minore volontà di acquistare una casa di proprietà. Qualcosa che non dovrebbe stupire, se si pensa che in molti paesi d’Oltralpe – su tutti Austria, Germania e Svizzera – affittare case per tutta la vita è una pratica tutt’altro che inconsueta, soprattutto perché si tende a lasciare molto presto il tetto familiare.
Se a questo si somma la difficoltà di ottenere un mutuo con le sole proprie risorse, ecco che la scelta di abitare in affitto diventa spesso una necessità a cui diventa complicato sottrarsi. È per questo che, per chi desidera acquistare casa, iniziano a nascere i Rent to own, servizi di affitto con riscatto che permettono ai giovani di diventare proprietari di un appartamento scalando dal prezzo finale l’affitto pagato mensilmente al proprietario.
La filosofia Yolo
Il benessere psicofisico è al centro della filosofia Yolo: ciò che conta davvero, per chi la segue, è dedicare il giusto tempo alle cose che fanno stare bene, siano esse famiglia, passioni o cura di sé.
Quello su sé stessi sembra essere quindi l’unico investimento che valga davvero la pena di fare dopo la pandemia: la generazione Yolo non è disposta a rinunciare alla propria serenità o alle proprie passioni, che sono proprio quelle che spesso danno poi origine aun nuovo e più personale lavoro. Lasciare il “posto fisso”, per chi lo ha, significa in alcuni casi diventare imprenditori di sé stessi, startupper – il numero di imprese è cresciuto sensibilmente dopo il Covid: al termine del 1° trimestre 2023 in Italia risultavano 14.029 startup innovative iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese – o anche semplicemente liberi professionisti, cambiando del tutto, a volte, il settore in cui si era impiegati.
Uno dei punti non negoziabili, per chi segue la filosofia Yolo, è lo smart working: diventato un importante punto di negoziazione per accaparrarsi i candidati più appetibili immediatamente dopo la pandemia, oggi vede una regressione in molti paesi europei. In Italia, in particolare, dal 1 aprile 2024 è frutto unicamente di accordi individuali tra il lavoratore e il datore di lavoro: una scelta che per molti giovani risulta controtendenza e anacronistica. Da qui il boom di apertura delle partite IVA: si pensi che nel primo trimestre del 2024 sono state aperte in Italia 184.395 nuove partite IVA, un aumento del 2,8% rispetto allo stesso periodo nel 2023.
Yolo economy: conseguenze
Se la conseguenza più evidente della Yolo Economy è la ricerca del match perfetto tra azienda e futuro collaboratore in fase di colloquio – in passato erano le aziende a dettare le condizioni e i requisiti, oggi c’è una reale richiesta da ambo le parti – oggi l’altro punto che inizia a manifestarsi è la tendenza a lasciare l’Italia a favore dell’estero, come dimostrato anche dalla ricerca citata in apertura. Se non c’è flessibilità in Italia, la si cerca altrove, senza spaventarsi ma cogliendo al balzo l’occasione di vivere la precarietà da protagonisti, senza subirla passivamente.
Si vive una volta sola, dunque. L’Italia riuscirà a fare in modo che i giovani scelgano lei per farlo?