Lavorare nel cinema

Come lavorare nel cinema: formazione, scuole, indirizzi

Lavorare nel cinema davanti o dietro le quinte: scuole, prospettive, carriera per un lavoro sul set.

Ci sono mestieri che – per tradizione o perché fanno leva su passioni senza tempo – non tramontano neppure dopo anni. Quelli dell’ambito cinematografico sono tra questi: attore, regista, scenografo, costumista, sceneggiatore, fonico, sono tra i mestieri da sempre amati dai giovani di ogni epoca.

Ma entrare nell’ambito cinematografico non è semplice, e il talento spesso non basta: quelli del cinema sono mestieri che si imparano soprattutto sul set, tra le maestranze, e il passaparola è fondamentale – più che in altri mestieri – per passare all’incarico successivo. Non solo: per chi abbia visto la serie tv Boris non dovrebbe essere un mistero che quello del cinema sia per lo più un mondo chiuso, duro, dove emergere per i propri meriti non è esattamente semplice.

Come fare allora a farsi strada e arrivare a lavorare sul set? Innanzi tutto, con una buona preparazione, che passa anche dalla conoscenza di tutte le professioni che ruotano attorno a un prodotto audiovisivo. Vediamole.

Lavorare nel cinema dietro le quinte: le professioni del cinema

L’attore e il regista sono i due mestieri che vengono immediatamente alla mente quando si parla di cinema. Ma il dietro le quinte di una produzione cinematografica, qualunque essa sia, è costituito da tantissime altre figure. Per capire come si componga il lavoro attorno a un film, bisogna dividere la sua realizzazione in quattro fasi distinte. Per ciascuna fase, le figure coinvolte saranno diverse.

  • Sviluppo
    È la parte in cui il film nasce a livello di idea e progetto: qui intervengono figure professionali come il soggettista e lo sceneggiatore, cui spetta la scrittura del soggetto e della sceneggiatura del film;
  • Pre-produzione
    È la fase in cui il soggetto e la sceneggiatura vengono “messi a terra”: si deve preparare, insomma, il terreno per tutto ciò che verrà nelle fasi successive. Qui intervengono figure come il produttore, il direttore della produzione, l’ispettore e l’assistente di produzione e il responsabile casting: tutte figure che devono valutare budget e composizione del team e del cast per realizzare il film;
  • Lavorazione
    Questa è la fase più intensiva nella produzione di un film: in questa fase il prodotto viene materialmente creato, e i reparti attivi nella lavorazione sono tanti e diversificati.
    nel reparto regia, ad esempio, accanto al regista c’è il suo assistente e il suo aiuto-regista. C’è poi il produttore esecutivo, oltre agli attori e alle comparse.
    Ci sono poi il reparto scenografia (dove, accanto allo scenografo, c’è anche il tecnico degli effetti speciali) e suono (dove troviamo fonici, microfonisti, un direttore musicale ed eventuale compositore).
    Ovviamente c’è il reparto trucco, dove lavorano parrucchieri e truccatori dedicati agli attori.
  • Post-produzione
    Una volta che il film viene realizzato nella sua ossatura – le scene – va montato e finalizzato. Ecco allora che nella fase di post-produzione entrano in gioco altre figure fondamentali: il montatore – che deve avere ovviamente anche competenze di sound editing e magari di grafica digitale – e il distributore, che attraverso i suoi canali saprà far arrivare il film nelle sale o sulle piattaforme di distribuzione.

Ognuna di queste figure richiede una preparazione specifica, che nasce all’interno di istituti dedicati: principalmente, parliamo di Accademie cinematografiche o Scuole di cinema e Università.

Lavorare nel cinema: scuole, accademie, corsi di formazione

L’Accademia cinematografica o scuola di cinema è la scuola d’eccellenza per la formazione in questo ambito: nelle accademie di cinema ci si prepara per tutti i diversi tipi di professione, davanti o dietro la cinepresa.

In Italia, scuole come il Centro sperimentale di cinematografia, l’Accademia Griffith, la Gian Maria Volonté (tutte con sede a Roma) o l’Accademia Nazionale di Cinema di Bologna – solo per fare alcuni esempi – preparano i ragazzi allo studio del cinema nel suo complesso. La particolarità delle Accademie – che strutturano i percorsi su base pluriennale – è che gli studenti, accanto alla formazione teorica, hanno anche la possibilità di mettere in pratica gli insegnamenti in stage dedicati, che sono parte integrante del percorso di studio. Questo dà, ovviamente, non solo la possibilità di toccare con mano i vari mestieri ed entrare in contatto con altri professionisti e società di produzione, ma anche di indirizzarsi, da un certo momento in poi, sul mestiere che interessa maggiormente, dopo averlo conosciuto da vicino.

L’accademia cinematografica, di base, prevede poi la realizzazione di un cortometraggio finale per il diploma. Questo, oltre ad essere un vero e proprio esercizio di lavoro di gruppo, diventa per molti parte del proprio portfolio, e dunque un biglietto da visita per il futuro.

Per chi miri invece a un diploma di laurea – triennale o specialistico – c’è il DAMS – Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo. Questo corso di laurea, nato a Bologna nel 1971 ma ormai parte integrante dell’offerta formativa accademica della maggior parte delle città italiane, è più teorico delle Accademie, che hanno invece un’impronta più pratica.

Il piano di studi del DAMS prevede generalmente una serie di insegnamenti relativi alla Storia del cinema, della televisione e dello spettacolo. Accanto a questi, ci sono moduli di Arte, Letteratura italiana, Semiotica, Filosofia, Storia e Sociologia, e ovviamente i laboratori: sessioni pratiche nelle quali imparare tecniche e linguaggi cinematografici e audiovisivi.

In tutti i casi, sarà bene supportare il titolo di studio con un’attività di networking costante, che permetta di costruirsi una rete di rapporti con circuiti e professionisti che fanno parte del mondo del cinema.

Lavorare nel cinema: contratti e networking

I contratti nel mondo del cinema – come ricorda l’ANICA, Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche, Audiovisive e Digitali – non godono di grande stabilità: per questa ragione i contratti a tempo indeterminato sono piuttosto rari, mentre vengono stipulati di frequente contratti a tempo determinato, contratti di lavoro interinale, apprendistato, part-time e contratti di lavoro intermittente.

L’esigenza nasce ovviamente dai tempi di lavorazione di una produzione audiovisiva, generalmente ben circoscritti: entrare nella produzione di un film o di una serie tv, quindi, significa essere impegnati su quel prodotto dall’inizio alla fine della lavorazione. Dopo, molto dipenderà dalle relazioni che si è riusciti a creare sul set e da quanto si è riusciti a far emergere le proprie competenze e la propria affidabilità.

Per questa ragione, costruire fin dall’Accademia una rete di conoscenze con professionisti del settore è assolutamente fondamentale per poter rendere le proprie collaborazioni quanto più possibile continuative nel tempo.

I concorsi cinematografici

I concorsi cinematografici sono, infine, un ottimo biglietto da visita per far conoscere i propri lavori al grande pubblico anche all’interno di festival. Alcuni di questi nascono in contesti particolari e hanno una struttura molto peculiare: Cinemadamare, per esempio, è letteralmente un campus di cinema itinerante che si compone di gruppi di artisti e aspiranti professionisti del cinema provenienti da tutto il mondo, che producono ad ogni tappa dei brevi cortometraggi da presentare in una serata finale. Il campus, che generalmente ha luogo in estate, sfrutta location diverse, e prevede che i gruppi al lavoro non siano mai esattamente gli stessi. Se si hanno più competenze, ci si può trovare ad essere una volta regista, una volta montatore, una volta tecnico della fotografia. I corti vengono proiettati nella città ospitante e vincono premi di tappa per diverse categorie: film, attore, suono, sceneggiatura, regia, montaggio.

Ci sono poi i concorsi prodotti dalle singole scuole, come quello per la scuola Luchino Visconti di Milano per autori o autrici, corti a tema, brevi documentari. O, ancora, premi che negli anni hanno raggiunto un certo prestigio, come il Premio Solinas, che permette di partecipare, in forma anonima, con progetti e sceneggiature per lungometraggi.

Il Myllennium Award si colloca in questa cornice con la categoria MyFRAME, dedicata al cinema: ogni anno è possibile partecipare con un progetto personale della durata di 10 minuti a tema libero, e vincere 10.000 euro di premio, oltre ad altri 10.000 euro in servizi di post-produzione messi a disposizione da Leone Film Group e la proiezione del corto durante il Marateale 2023-Premio Internazionale Basilicata.

Per partecipare al Premio e avere un’opportunità concreta per il tuo futuro, consulta il regolamento e scarica il bando!