Flessibilità, stipendio competitivo, sviluppo di carriera, ma soprattutto purpose: sono questi i quattro pilastri sui quali si basa la scelta di un impiego da parte della maggior parte dei GenZ.
I dati provengono dal report McKinsey Quarterly di giugno 2023, secondo cui entro il 2025 la GenZ rappresenterà più di un quarto della forza lavoro mondiale. Un dato importante, che costringe le aziende a riflettere sulla propria competitività sul mercato e sulla capacità di attrarre e mantenere talenti nel tempo.
Attrattività e competitività: i 4 pilastri dell’azienda perfetta
Il primo pilastro che giustifica la scelta dell’azienda è, per la GenZ, uno stipendio adeguato. Per quanto lo stipendio non sia fra le prime due ragioni per lasciare un lavoro, è senz’altro un fattore importante per restare in azienda.
Il secondo pilastro è costituito dalla possibilità di crescere in azienda. Lo sviluppo della propria carriera è, per i giovani, fondamentale tanto quanto uno stipendio equo. Ecco perché, tra le ragioni per accettare un nuovo lavoro, questa figura al posto più alto del podio.
Il terzo pilastro, specie dal 2020, è costituito dalla flessibilità garantita dall’azienda. Il lavoro da remoto è fra i principali asset che un’azienda può mettere a disposizione nella ricerca di talenti, al punto che la GenZ ritiene la sua mancanza fondamentale nella scelta di proseguire la propria carriera in un’azienda diversa. Lo smart working è ormai diventato parte integrante della contrattazione per i GenZ e i Millennials, mentre GenX e Boomers danno priorità a uno stipendio elevato.
L’ultimo pilastro, collocato fra i primi tre che fanno la differenza nel lasciare o meno un posto di lavoro, sta nel senso stesso del lavoro che si fa: un lavoro con mansioni ripetitive o poco chiare, dove lo scopo dell’attività quotidiana viene meno, è per la GenZ un lavoro da lasciare senza rimpianti.
Etica aziendale: un asset di valore
Oltre alla motivazione personale nel lavoro quotidiano, la GenZ valuta come fondamentale anche l’etica che un’azienda dimostra di possedere. C’è una tendenza sempre maggiore da parte dei ragazzi, ad esempio, a considerare cruciale l’ambiente di lavoro: un ambiente ostile inficia pesantemente sulla produttività, così come una scarsa attenzione alla salute mentale.
Quello dell’interesse per la salute mentale è, infatti, un tratto distintivo di Millennials e GenZ. Non è un caso che sempre più aziende prevedano, come parte del pacchetto di welfare aziendale, anche una serie di strumenti per il benessere mentale dei dipendenti: sessioni gratuite di terapia, momenti di yoga o meditazione, sportello gratuito peer-to-peer per parlare con colleghi fidati di problemi comuni non necessariamente legati al lavoro.
A questo tema si lega, naturalmente, quello dell’accoglienza: fondamentale è, per i giovani, trovare un ambiente di lavoro non giudicante, in cui sia possibile esprimere sé stessi senza pregiudizi: non solo un fatto di inclusione, quanto piuttosto un fatto di autenticità di espressione personale.
La questione legata alla comodità della sede e dunque all’efficacia dei collegamenti casa-lavoro è un altro importante punto che la GenZ tende a non sottovalutare nella ricerca del posto di lavoro. Del resto, la GenZ è, fra le generazioni, la più attenta alla sostenibilità: l’uso del trasporto pubblico o dei mezzi elettrici – monopattini e biciclette – è assolutamente prioritario. Anche questo può fare la differenza fra la scelta di una sede rispetto a un’altra.
GenZ al lavoro: caratteristiche
L’agenzia del lavoro Adecco ha stilato, in un articolo sulla genZ in azienda, un profilo generale dei ragazzi nati fra il ’95 e il 2010. Ecco quali sono le caratteristiche dei ragazzi:
- sono istruiti (il 57% di loro ha frequentato l’università);
- sono attenti a tematiche come l’inclusione e la responsabilità sociale;
- sono decisi a trovare un equilibrio tra vita professionale e vita privata;
- si aspettano di lavorare con tecnologie all’avanguardia;
- hanno una mentalità imprenditoriale;
- non tollerano gli ambienti troppo autoritari.
Adecco mette l’accento sull’autenticità: in un contesto di fake news e disinformazione, la GenZ si mostra particolarmente diffidente nei confronti dell’esterno. Ecco perché un datore di lavoro affidabile e trasparente è particolarmente apprezzato in un contesto in cui le informazioni hanno bisogno di circolare in maniera importante e continuativa. La comunicazione trasparente sembra quindi essere il fil rouge che collega tutti i valori che la GenZ ricerca nel perfetto workplace: responsabilità sociale, senso del lavoro quotidiano, stipendio adeguato, prospettive di crescita, equilibrio vita-lavoro e autenticità di espressione. Tutti valori che stanno tracciando la strada – anche per le aziende – di un nuovo modo di intendere il lavoro.