Tirocinio, come funziona e come sceglierlo

Tirocinio: come funziona e come sceglierlo

Tirocinio curriculare ed extracurriculare: differenze, caratteristiche e stipendio. Come scegliere lo stage giusto per te

Il tirocinio – non tutti lo sanno – non si configura come rapporto di lavoro, ma come relazione di apprendimento. Sostanzialmente, quindi, lo scopo finale di un tirocinio non è l’assunzione, ma la formazione.

Tirocinio: caratteristiche

Per configurarsi un rapporto di questo tipo, è necessario che venga stipulato un accordo fra un ente ospitante e il tirocinante stesso. All’interno dell’accordo dovranno essere ben indicate le finalità formative e le modalità del tirocinio, le competenze richieste, gli obiettivi da raggiungere, e sarà necessario che al termine del periodo di apprendimento venga stilata una relazione accurata da ambo le parti per verificare che il periodo di formazione sia corrisposto effettivamente a un apprendimento per il tirocinante.

La convenzione stipulata tra le parti, inoltre, dovrà contenere obblighi, tutele e assicurazione per il tirocinante. In caso di proroga, sarà necessario stilare un documento apposito.

Differenze fra tirocinio curriculare ed extracurriculare

Tirocini curriculari ed extracurriculari sono entrambi previsti dalla legge e normati in modo specifico. Sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali i tirocini sono così divisi:

  • Tirocini curriculari: rivolti ai giovani frequentanti un percorso di istruzione o formazione e finalizzati ad integrare l’apprendimento con un’esperienza di lavoro. Sono tirocini disciplinati da Regolamenti di istituto o ateneo, e promosso da università, scuole o enti di formazione accreditati
  • Tirocini extracurriculari: finalizzati ad agevolare le scelte professionali dei giovani tramite un periodo di formazione in un ambiente produttivo e quindi con la conoscenza diretta del mondo del lavoro. Sono tirocini disciplinati da Regioni e province autonome. Gli standard minimi comuni relativi ai tirocini sono contenuti nelle Linee guida in materia di tirocini.

Se i tirocini curriculari sono, quindi, parte integrante della formazione accademica o scolastica della persona, e come tali possono prevedere il conseguimento di crediti formativi o l’impegno su project work pensati ad hoc per mettere in pratica quanto appreso nel corso della formazione stessa, per i tirocini extracurriculari è importante che entrambe le parti siano ben consapevoli di scopi, obiettivi, durata, mansioni ed eventuale compenso per ciò su cui ci si andrà a impegnare.

Come scegliere, quindi, il giusto tirocinio, di fronte a un mare di opportunità? Come, soprattutto, trarre il meglio dall’esperienza?

Tirocinio: come scegliere quello giusto

Scegliere un tirocinio, specie quando non si ha esperienza pregressa, non è facile. Un buon punto di partenza è tenere conto, in primis, che il tirocinio deve essere un periodo di formazione – limitato nel tempo – che consenta successivamente di accedere a nuove e migliori opportunità, con competenze acquisite sul campo che siano reali e spendibili. Vediamo quindi alcune cose da valutare nella scelta di uno stage:

  • Il piano formativo
    Meglio accettare un tirocinio in un’azienda meno conosciuta ma in cui sia davvero possibile toccare con mano il lavoro, rispetto a un grande nome che non permetta di imparare molto. Certamente sul curriculum la seconda può pesare maggiormente, ma il suggerimento è quello di puntare su competenze reali;
  • Varietà di mansioni
    All’inizio della propria carriera non è detto che si sappia già quale lavoro si vuole fare sul lungo termine o cosa si è più portati a fare. Spesso, anzi, lavorando sulle cose ci si rende conto di avere (o non avere) determinate attitudini. Meglio scegliere, quindi, un tirocinio che consenta di toccare con mano più aspetti del lavoro, indirizzandosi solo successivamente su quello che si sente più vicino.
  • Informazioni online
    La serietà di un tirocinio – come spesso accade – viene confermata dal passaparola: un’azienda capace di seguire i suoi tirocinanti lungo tutto il percorso, fornendo costanti feedback, è un partner da non sottovalutare assolutamente. Dove trovare le informazioni? Spesso, all’interno dei forum, oppure su siti specializzati come Glassdoor.
  • Possibilità di assunzione
    Abbiamo detto che il tirocinio non si configura in alcun modo come un rapporto di lavoro. Ma se il periodo formativo fosse finalizzato all’assunzione? In quel caso potrebbe valere la pena di considerare un’opportunità rispetto a un’altra.
  • Networking
    Qualora l’esperienza dovesse concludersi alla fine del tirocinio, sarà bene aver preso il maggior numero possibile di contatti, per poter eventualmente avviare un networking efficace che possa portare a nuove opportunità
  • Stipendio
    Anche se c’è obbligo di un minimo di retribuzione da parte dell’ente ospitante, la scelta del forfettario per lo stagista è un gesto da valutare attentamente. Tra un tirocinio che permette di far fronte solo ai pasti e ai trasporti e uno che tenga conto anche di altre necessità, insomma, è sicuramente preferibile il secondo.

Tirocini e stage: retribuzione e diritti

Per lungo tempo non è stato previsto un obbligo di retribuzione per i tirocinanti. Con l’introduzione prima della legge Fornero e poi dalle Linee guida emanate dalla Conferenza Stato-Regioni, la retribuzione minima per un tirocinante è stata fissata a 300 euro lordi se il tirocinio è extracurriculare, mentre non c’è un minimo garantito se il tirocinio è curriculare.

Diverso è il discorso per ferie, malattie e permessi. I tirocinanti non accumulano contributi INPS e non maturano TFR. Sono però per legge assicurati presso l’INAIL dal datore di lavoro e possono interrompere – e poi riprendere – il tirocinio per malattia grave, chiusura aziendale, infortuni o maternità.

Le ore di tirocinio settimanali vanno da un minimo di 20 a un massimo di 40 ore. Uno stage in Italia può durare:

  • 6 mesi, se è formativo o di orientamento 
  • 12 mesi, se è di inserimento o reinserimento al lavoro 
  • 12 mesi, se è a favore di soggetti svantaggiati (14 mesi, se rivolti a persone diversamente abili) 
  • 4 mesi, se è diretto a studenti delle scuole secondarie. 


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