Essere viaggiatori e non solo turisti: le esperienze sul luogo plasmano le scelte delle giovani generazioni. Come sta cambiando il modo di viaggiare, anche grazie ai social.
Il turismo esperienziale non è una novità degli ultimi anni. Da tempo – e l’avvento dei cofanetti regalo e dei coupon di viaggio sul mercato ne è la testimonianza più lampante – l’esperienza in un luogo è l’unica, per molti, in grado di plasmare davvero i ricordi di un viaggio. Nella scelta di una destinazione non conta più (o non solo, almeno), quindi, l’instagrammabilità di un luogo di vacanza, quanto piuttosto ciò che si può riportare da un luogo in termini di conoscenza e ricordi.
La GenZ sembra aver capito bene questo punto: turismo lento e sostenibile, introspezione, destinazioni fuori dai circuiti turistici e ispirazioni digital sono i pilastri su cui le nuove generazioni iniziano a basarsi per scegliere le loro mete.
Sostenibilità e slow tourism
La sostenibilità, tema caro alle nuove generazioni, è quella che fa davvero la differenza nella scelta di un luogo di vacanza. I rapporti citati in questo articolo evidenziano in modo inequivocabile come la tendenza di GenY e GenZ sia ormai quella di affidarsi a un tipo di viaggio lento, capace di far entrare il viaggiatore davvero in contatto con le realtà locali.
Il viaggio on the road è quello che maggiormente si presta a questa dimensione: i borghi nascosti, le piccole eccellenze del territorio, i b&b a gestione familiare vanno di pari passo con un turismo di prossimità, che eviti i mezzi inquinanti e ne privilegi altri, come il treno. Se l’interrail è stato il viaggio economico e generazionale per la GenX, oggi il turismo ferroviario – consapevole, culturale, preparato nei dettagli – è quello che porta con sé il più alto valore della sostenibilità. Non sorprende quindi che nel 2020 si contava fosse il 59% la percentuale degli studenti interessati a studiare sostenibilità ambientale e ferroviaria, e che fosse il 42% nel 2023 la percentuale dei GenZ che si sarebbero spostati in treno per le vacanze.
Si parla ancora di Interrail – e lo dimostra il crescente numero di ricerche su Google: +105% lo scorso anno – ma inizia a prendere piede anche il cicloturismo, che grazie ai numerosissimi portali nati online per pianificare e mappare il proprio viaggio, ricchi di tutorial online e consigli degli altri viaggiatori, è diventato – soprattutto dopo la pandemia – un modo alternativo di scoprire il territorio in modo lento.
Viaggio alla ricerca di sé
Le nuove generazioni sembrano particolarmente attratte dai viaggi in solitaria. Viaggiare da soli sembra essere una tendenza in voga: se da un lato i viaggi di gruppo consentono di fare nuove amicizie e mettere alla prova il proprio senso di avventura e il proprio spirito di adattamento, d’altra parte accade sempre più di frequente di imbattersi in gruppi social e blog di viaggiatori solitari che condividono l’esperienza di viaggiare da soli.
Vale per tutti, ma ancor di più per le donne: le travel blogger che hanno creato attorno a sé delle community di viaggiatrici in cerca di consigli fioriscono ogni anno, e molte di loro si affermano come punti di riferimento nel settore. I consigli sono i più disparati: pratici, per la ricerca di un alloggio o le destinazioni più sicure per girare da sole nei diversi momenti della giornata, o motivazionali, per trovare dentro di sé il coraggio per intraprendere una nuova avventura senza temere il senso di solitudine e smarrimento.
Contro il turismo di massa
Enogastronomia, trekking naturalistico e urbano, cicloturismo, sono – come dicevamo poco sopra – alcune delle attività che dopo la pandemia hanno maggiormente preso piede in Italia. Con un’aggiunta: sono tutte veicolate in modo consistente dai social network. E Tik Tok, come spesso accade, ha un ruolo di primo piano.
Al turismo di massa si contrappongono infatti i destination dupes, letteralmente duplicati. I trend nati su Tik Tok mostrano destinazioni alternative rispetto alle più famose e, appunto, instagrammabili: un modo per risparmiare denaro in primis, ma soprattutto per sfuggire alle destinazioni più affollate, e quindi, spesso, meno autentiche. Alcuni esempi di dupes? Taipei al posto di Seoul o Perth al posto di Sydney. Ma non è tutto: si parla di dupes anche nel caso della ricerca dei voli economici, per cui si preferisce un aeroporto rispetto a un altro e ci si muove da lì per risparmiare sensibilmente sul costo del biglietto aereo.
Si tratta di gesti che possono contribuire a ridurre significativamente le spese di viaggio, certo, ma anche a ridurre l’overtourism tipico delle destinazioni più note, che stanno a loro volta prendendo misure drastiche per contrastare l’eccessivo afflusso di turisti in centri urbani che non possono sostenerlo. Il caso più famoso è naturalmente quello di Venezia con il recente contributo di accesso per i turisti che visitano la città senza soggiornarvi, ma le mete sono moltissime in tutto il mondo.
Il ruolo dei social nella scelta del viaggio
Inutile nasconderlo: i dépliant di viaggi e, spesso, anche i travel blog, sono ormai superati: a stabilire la destinazione di un viaggio è quasi sempre il mondo social. Ciò che si vede sullo schermo del telefono, tramite video o consigliati da una fonte che si ritiene autorevole, è quasi sempre il metodo più diretto per prenotare una meta di viaggio.
Altre ispirazioni arrivano dal piccolo e dal grande schermo: aver visto un luogo al cinema o in tv è in grado di influenzare oltre il 70% dei giovani. Non solo: alcune tendenze social come l’hashtag #vanlife sono state spesso – e sono ancora – in grado di ispirare altri tipo di viaggio on the road, alla scoperta dei luoghi più autentici di un paese.
Il futuro del travel
Come cambierà in futuro il mondo del travel? Non c’è certezza, ma nel corso del Tourism Innovation Summit di Siviglia sono emersi alcuni trend da non sottovalutare:
- La ricerca di destinazioni con aria pulita, per sfuggire all’inquinamento dei centri urbani;
- L’utilizzo di agenzie di viaggio online, in grado di rispondere 24 ore su 24 in tutte le lingue del mondo;
- La ricerca di strutture ricettive che siano in grado di garantire accoglienza per tutti i tipi di viaggiatori e famiglie, mettendo al primo posto il valore dell’inclusione e quello della diversità;
- L’apertura di aeroporti in destinazioni meno battute o poco servite.
Il turismo del futuro sarà quindi sempre più sostenibile e tailor-made. E porterà a nuove destinazioni, anche incredibilmente remote. Un esempio? Lo spazio. Ma questa è un’altra storia.